Cambiare, si può’: iniziamo dai bambini

da | Feb 26, 2014 | Supporto psicologico

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Bambini, create il nuovo!

Richard Wagner

Ieri sono rimasta sveglia fino a tardi. Ho fatto vedere le slide della lezione che mi ero preparata, a Irene, mia figlia dodicenne, perché lei è la migliore critica dei miei contenuti. Quando si entusiasma è contagiosa e quando vede che qualcosa non funziona nel discorso che ho pensato di articolare, ha una lama affilata al posto della lingua. Mi piace per questo: è schietta e mi regala punti di vista nuovi e soprattutto mi aiuta a capire se la lezione può funzionare o anche no.

Le slide erano quelle  di una lezione introduttiva sul mondo del Web, per bambini di Quarta Elementare. Obiettivo (non troppo segreto) prenderli per mano e farli partecipare all’iniziativa #twifavola, che si propone di rileggere “Le fiabe al telefono” di Gianni Rodari in un twit. Insomma,  FravolaLab, il mio laboratorio di scrittura digitale creativa,  adesso apre le porte ai bambini.

L’idea di andare a bussare alle Scuole Elementari, in realtà mi balena da un po’, perché penso sia doveroso cercare di aiutare i bambini a trovare una qualche forma di continuità tra gli insegnamenti scolastici che li vedono impegnati con i grandi classici e quella che è la loro quotidianità a casa, fatta di tablet, smartphone, connessioni wireless e neologismi anglofoni.

Facile, direte voi. Impegnativissimo, rispondo io.

Come sempre, preparare una lezione, significa principalmente parlare CON un gruppo di persone: sintonizzarsi, capire quali sono le sue esigenze, carpirne linguaggi e modalità espressive, interessare, coinvolgere e soprattutto essere utili.

Come spesso accade, quando si  tratta di tradurre l’idea in pratica, mi  scontro con le difficoltà del caso.

Un esempio su tutti: il linguaggio. Come avrei dovuto parlare? Via i tecnicismi sterili, ovvio, ma avrei dovuto pescare un linguaggio particolarmente semplificato o mi sarebbe bastato parlare normalmente, avendo cura di evitare il superfluo?

Poi ho pensato a Irene, che non ha superato da molti anni quell’età, e ripescando nel mio quotidiano ho trovato la risposta che spesso è più semplice della domanda. Ho capito cioè che avrei dovuto parlare ai bambini come ho sempre fatto con mia figlia, quindi  normalmente. Niente “picci picci” o roba simile, via giri di parole inutili per arrivare al punto: schiettezza, spontaneità e magari un briciolo di ironia, ché i bambini non hanno perso la voglia di ridere, al contrario di noi grandi.

E’  stata magia.

Ho trovato un ambiente accogliente, vivo e vivace, come la quarantina di occhi che mi scrutavano affamati di storie, e tutta la passione di cui sono capaci le Maestre che ogni giorno  portano avanti un lavoro spesso difficile e mai abbastanza riconosciuto, con professionalità ma soprattutto con garbo e molto cuore.

Ho scoperto che i bambini conoscono un sacco di cose e che hanno una visione ricca, anche se ovviamente un po’ confusa, della materia. Si destreggiano con disinvoltura tra le parole, fanno sorrisi larghi al solo sentir parlare di “twitter”, si emozionano  all’idea di poter conversare con altri bambini al di fuori dall’isola.

Su tutto il loro raccontare, vince il verbo “Comunicare“, che per me fa rima con Amare, perché ci vuole amore e una buona dose di ascolto, per riuscire a trasmettere ad altri quanto abbiamo nel cuore. Un cuore, che i bambini non hanno paura di mostrare e che faticano a contenere nello spazio di un sorriso, quando rivolgi loro una parola di meraviglia per il loro sapere. Una conoscenza, quella dei bambini, della quale dovremmo avere grande rispetto e cura, senza demandare l’intero compito alle insegnanti, ma prendendo ognuno per sé la propria parte. Una responsabilità, quella dell’educazione, che dovremmo tornare a immaginare come sociale, quindi collettiva e dunque espressione di un “fare insieme”, ognuno per il pezzo che può. Una responsabilità dalla quale io per prima scelgo di non esimermi  e che interpreto raccontando storie e aiutando altri a trovare la propria da raccontare.

Si fa un gran parlare di svolte e cambiamenti, di crisi e di rilancio. A mio avviso,  nessun cambiamento è possibile se questo non parte da noi stessi, dalla nostra volontà di interpretare in prima persona la svolta che ci auspicheremmo nel mondo. Come? Nel piccolo, nel quotidiano, riappropriandoci delle nostre responsabilità tra le quali, ovvio, spicca l’educazione dei bambini.

Qualcosa risuona in quello che hai letto?

 Scopri cosa possiamo fare insieme

CIAO, IO SONO FRANCESCA

Sono una psicologa clinica, forest bathing trainer e mindfulness counselor.
Ho approfondito il mio interesse per l’ecopsicologia con un master in Ecoterapia e Ecologia del profondo, ma soprattutto con la scelta di vivere in un bosco.

Attualmente sono specializzanda presso l’Istituto di Psicanalisi Relazionale e Psicologia del Sé a Roma.

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Ho una laurea magistrale in psicologia clinica e dinamica, nella quale ho approfondito i benefici dell’ecoterapia e delle immersioni sensoriali nel bosco, associati alla Terapia Focalizzata sulla Compassione di Gilbert e all’ecologia del profondo. Sono coautrice dell’articolo “La psicanalisi e gli spazi verdi”, contenuto all’interno del libro Salvarsi con il verde – la rivoluzione del metro quadro vegetale che mette in luce gli aspetti terapeutici della natura in una seduta psicoanalitica.

Mi sono diplomata facilitatrice del metodo Feeding Your Demons® con Lama Tsultrim Allione, che ne è la creatrice. Si tratta di una pratica che consente un lavoro approfondito sugli aspetti distruttivi della nostra psiche, con una lettura che integra lo Dzog Chen a un lavoro gestalitico sui blocchi interiori.

Lama Tsultrim è una insegnante di buddhismo di livello internazionale oltre che l’autrice di numerose pubblicazioni. Si concentra sugli insegnamenti di Dzog Chen e sul lignaggio di Machig Labdrön, fondatrice del lignaggio Chöd.

Al Tara Mandala Center, in Colorado (USA)  ho approfondito le relazioni tra psicodharma e psicologia occidentale  acura di Lama Tsultrim Allione, da cui ho ricevuto l’iniziazione alla pratica del mandala delle dakini, con un focus specifico sul femminile illuminato.

Sono insegnante certificata di EcoNidra, con un focus specifico sulle tecniche di rilassamento in natura a indirizzo psicosintetico e sulle pratiche di consapevolezza negli stati ipnagogici.

Sono allieva della Bert Hellinger Schule, una scuola di formazione orientata ai contenuti e alle intuizioni della Hellinger Sciencia®, la scienza di tutte le nostre relazioni, fondata da Bert Hellinger, padre delle costellazioni familiari praticate e insegnate in tutto il mondo.

Ho frequentato  il  Compassion Focused Therapy – Training di 1° livello del   “Compassionate Mind – Italia”, emanazione della Compassionate Mind Foundation Inglese di Paul Gilbert.

Ho coltivato il mio interesse per l’espansione degli stati di coscienza a scopo terapeutico,  frequentando l’Awakened Mind Training presso l’Arthur Findlay College, Londra (UK), dove tutt’ora approfondisco e pratico la mediumship.

Ho studiato e praticato il protocollo Mindfulness of Dream & Sleep con Charley Morley insegnante di sogno lucido e autore, tra gli altri, del libro Wake Up to Sleep: una guida pratica per trasformare stress e trauma e ristabilire un buon equilibrio emotivo. Il protocollo Mindfulness of Dream & Sleep aiuta a ridurre lo stress prima di coricarsi e  a ottimizzare la qualità del sonno.

Ho approfondito gli studi con Joanna Macy alla School for The Great Turning, che mette in evidenza i punti di incontro tra saggezza personale, ecologica e spirituale per rafforzare il self empowerment e incoraggiare la guarigione del pianeta.