Dadirri nel bosco

da | Dic 9, 2019 | Storie

giocare in natura con i bagni di foresta

Dadirri è una delle “parole intraducibili” che rientra nel “The Positive Lexicography Project” di Tim Lomas, docente di Psicologia Positiva della University of East London.

Si tratta di una raccolta di parole intraducibili, che è nata quasi per caso mentre Lomas rifletteva sul significato profondo (e intraducibile, appunto) della parola finlandese “sisu”.

Sisu è   un insieme di spavalderia e coraggio, di ferocia e tenacia, capacità di continuare a lottare quando la maggior parte della gente si sarebbe già ritirata, e di lottare con la volontà di vincere.

I finlandesi traducono sisu con “lo spirito finlandese”, ma è una parola molto più profonda (e anzi, se non lo hai fatto, ti consiglio di leggere l’omonimo libro per scaldare e alleggerire le tue serate tardo autunnali).

Dunque, ti dicevo di Dadirri, parola di origine aborigina che fa riferimento a un preciso stato d’animo che ti coglie quando sei in Natura, assorto e assorbito in un “altrove” che in realtà vive nel tuo cuore.

Potremmo approssimativamente dire che questa parola ha a che fare con il “dare voce alla primavera dentro di noi“.

È  un metodo di cura, una pratica per superare traumi e dolore  che combina la quieta contemplazione e l’ascolto profondo della Natura e del creato, la pace con sé stessi e con le altre creature.

Il tutto avviene nella piena coscienza della bellezza che ci circonda, in armonia con i ritmi della giornata, della natura, in sintonia con l’attimo.

Per questo motivo, dadirri  è intimamente legato alle pratiche di bagno di foresta che sono esperienze di immersione in Natura, aprendo i sensi, lasciando che le suggestioni, la meraviglia e lo stupore che  ci colgono, lavorino dentro di noi a livello profondo.

Meraviglia e stupore sono ingredienti necessari, oltre alla curiosità, per intraprendere un nuovo percorso di conoscenza.

Soffermarsi per osservare con attenzione è la prima operazione da fare quando ci si inoltra nel fitto di un bosco, durante un bagno di foresta, ed è il primo passo per imparare a vedere.

Questo richiede tempo e allenamento, ma poi finisce con il diventare una piacevole pratica di arricchimento e cura personale, alla scoperta del linguaggio multisensoriale di Natura.

Sì, perché la Natura parla lingue diverse, fatte di suoni, colori, forme, materiali, profumi.

Talvolta ci parla con il silenzio, basti pensare alla quiete di un laghetto notturno nel quale si riflette una falce di luna, altre con il fragore di un violento temporale.

La Natura è un’artista che dipinge cieli multicolori, segni sulle pietre e sulla pelle degli animali, scrive sulla sabbia, scava la roccia con i sussurri del vento, accende il cielo tempestandolo di stelle, traccia impronte sulla neve che si sciolgono al primo sole del mattino.

Per iniziare ad allenarsi a una salutare pratica di Dadirri, ti suggerisco un esercizio che puoi ripetere e approfondire come e quanto vuoi.

Siediti con un gruppo di bambini su un prato. Delimita un’area di un metro quadrato intorno a voi e osserva con tutti i sensi all’erta e con occhi attenti (se vuoi, portati una lente di ingrandimento) i tanti fili d’erba, i semplici fiori di campo, gli insetti che via via riesci a identificare.

Fai caso al ritmo del tuo respiro e a quello di tutto ciò che ci circonda.

Puoi iniziare dal rumore che senti più lontano, avvicinandoti via via sempre di più  fino a raggiungere proprio il suono che fa il tuo respiro.

E osserva come si combinano i suoni, se insieme concorrono a creare un’unica melodia e quale sia il ritmo finale.

Estendi l’esercizio ai bambini che sono lì con te.

Sono loro il nostro futuro: aiutiamoli a cogliere le bellezze della Natura. Impariamo a godere dei  colori dell’alba e del tramonto, delle diverse sfumature dell’acqua di mare, della rugosità delle cortecce degli alberi, dello scricchiolare delle foglie di faggio in un pomeriggio d’autunno così come del  respiro del vento, dell’ingegnosità dei nidi degli uccelli o del profumo dell’erba dopo un giorno di pioggia.

Aiutiamoli a saper vedere, e con loro torniamo a farlo  anche noi.

E’ questo il senso profondo di dadirri, che spesso coglie chi pratica un’esperienza di bagno di foresta, specie se con continuità.

E’ una pratica di autoguarigione che passa per la capacità di sorprendersi e di sentirsi Uno con la bellezza del creato, prendendosi cura del proprio vuoto esistenziale in modo dolce, delicato, naturale, privo di effetti collaterali.

Un bagno di foresta non è trekking, non è escursionismo, non è una gita etnobotanica e neanche una scampagnata.

E’ un modo per tornare a parlare la lingua del Mondo, imparando a osservarlo con occhi sempre nuovi e grati, delicati e attenti, nutrendo le stesse qualità verso noi stessi, in un lento imparare a prenderci cura di noi e dei nostri bisogni.

Se desideri provare a fare questo tipo di esperienza con me, dai un’occhiata al calendario degli eventi, cliccando qua sotto:

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CIAO, IO SONO FRANCESCA

Sono una psicologa clinica, forest bathing trainer e mindfulness counselor.
Ho approfondito il mio interesse per l’ecopsicologia con un master in Ecoterapia e Ecologia del profondo, ma soprattutto con la scelta di vivere in un bosco.

Attualmente sono specializzanda presso l’Istituto di Psicanalisi Relazionale e Psicologia del Sé a Roma.

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Ho una laurea magistrale in psicologia clinica e dinamica, nella quale ho approfondito i benefici dell’ecoterapia e delle immersioni sensoriali nel bosco, associati alla Terapia Focalizzata sulla Compassione di Gilbert e all’ecologia del profondo. Sono coautrice dell’articolo “La psicanalisi e gli spazi verdi”, contenuto all’interno del libro Salvarsi con il verde – la rivoluzione del metro quadro vegetale che mette in luce gli aspetti terapeutici della natura in una seduta psicoanalitica.

Mi sono diplomata facilitatrice del metodo Feeding Your Demons® con Lama Tsultrim Allione, che ne è la creatrice. Si tratta di una pratica che consente un lavoro approfondito sugli aspetti distruttivi della nostra psiche, con una lettura che integra lo Dzog Chen a un lavoro gestalitico sui blocchi interiori.

Lama Tsultrim è una insegnante di buddhismo di livello internazionale oltre che l’autrice di numerose pubblicazioni. Si concentra sugli insegnamenti di Dzog Chen e sul lignaggio di Machig Labdrön, fondatrice del lignaggio Chöd.

Al Tara Mandala Center, in Colorado (USA)  ho approfondito le relazioni tra psicodharma e psicologia occidentale  acura di Lama Tsultrim Allione, da cui ho ricevuto l’iniziazione alla pratica del mandala delle dakini, con un focus specifico sul femminile illuminato.

Sono insegnante certificata di EcoNidra, con un focus specifico sulle tecniche di rilassamento in natura a indirizzo psicosintetico e sulle pratiche di consapevolezza negli stati ipnagogici.

Sono allieva della Bert Hellinger Schule, una scuola di formazione orientata ai contenuti e alle intuizioni della Hellinger Sciencia®, la scienza di tutte le nostre relazioni, fondata da Bert Hellinger, padre delle costellazioni familiari praticate e insegnate in tutto il mondo.

Ho frequentato  il  Compassion Focused Therapy – Training di 1° livello del   “Compassionate Mind – Italia”, emanazione della Compassionate Mind Foundation Inglese di Paul Gilbert.

Ho coltivato il mio interesse per l’espansione degli stati di coscienza a scopo terapeutico,  frequentando l’Awakened Mind Training presso l’Arthur Findlay College, Londra (UK), dove tutt’ora approfondisco e pratico la mediumship.

Ho studiato e praticato il protocollo Mindfulness of Dream & Sleep con Charley Morley insegnante di sogno lucido e autore, tra gli altri, del libro Wake Up to Sleep: una guida pratica per trasformare stress e trauma e ristabilire un buon equilibrio emotivo. Il protocollo Mindfulness of Dream & Sleep aiuta a ridurre lo stress prima di coricarsi e  a ottimizzare la qualità del sonno.

Ho approfondito gli studi con Joanna Macy alla School for The Great Turning, che mette in evidenza i punti di incontro tra saggezza personale, ecologica e spirituale per rafforzare il self empowerment e incoraggiare la guarigione del pianeta.