
L’Italia fa passi da gigante: la Terapia Forestale diventa sempre più diffusa e studiata e grande è l’impegno diffuso per far sì che il bagno di foresta venga riconosciuto a tutti gli effetti una medicina preventiva prescrivibile dal medico, come accade in Giappone ormai da più di dieci anni.
Finalmente anche la Toscana ha la sua prima Stazione di Terapia Forestale, a San Marcello pistoiese.
Di che si tratta?
Di aree che possiedono una serie di prerequisiti (specie arboree, accessibilità, esposizione ai venti) che le rendono candidabili alla sperimentazione.
All’interno di queste aree vengono selezionati sentieri forestali con poco dislivello e larghezza sufficiente a renderli adatti a tutte le persone.
Infine, per certificare la terapeuticità dell’area forestale individuata è necessario rilevare una serie di risposte di salute scientificamente comprovate nelle persone che le frequentano.
Queste evidenze hanno a che fare con la diminuzione della frequenza cardiaca, dei livelli di cortisolo (l’ormone dello stress), della pressione sanguigna ma ci sono evidenze che parlano anche di un sostanziale miglioramento del tono dell’umore e del sonno, diventato “merce rara” nella nostra società iperstimolante e protesa alla performance in tutti i campi.
Stress, ansia e depressione, che sono i mali del nostro secolo, trovano risposte concrete e sorprendenti attraverso una sana e rigorosa pratica di terapia forestale che riequilibrando il sistema nervoso autonomo rinforza anche il sistema immunitario favorendo la produzione dei linfociti NK (natural killer) che oggi più che mai…
Ieri sono andata a San Marcello pistoiese all’ inaugurazione del Podere dell’omonima Stazione di Terapia Forestale e ti racconto come è andata.
Salendo su per i tortuosi tornanti della montagna pistoiese e superato il pittoresco abitato di San Marcello pistoiese, arriviamo a Gavinana e da lì, percorrendo una strada letteralmente immersa in un bosco misto di castagni, faggi e abeti vari (in particolare Douglas e bianchi) arriviamo al grazioso Podere.
C’è aria di festa, la musica avvolge la foresta e la gioia stampata sui volti provati dalla lunga chiusura da Covid, racconta di desiderio di rinascita ripartendo da ciò che è più connaturato in noi: la Natura.
Siamo sul versante meridionale dell’Alto Appennino Tosco-Emiliano, a quote comprese tra 900 e 1050 m s.l.m e l’azienda lambisce la Foresta del Teso.
Poco più avanti scopro l’Osservatorio astronomico del Gruppo Astrofili della Montagna pistoiese e il mio sguardo abbraccia già l’idea di un bagno di foresta che, terminando al calar del sole con un aperitivo al Podere, prosegue in notturna con il naso all’insù.
Del resto qua l’atmosfera di festa non fa che suggerirmi la dantesca frase “e uscimmo a riveder le stelle” che di inferno, alcuni di noi ne hanno fatto senz’altro un assaggio in questo periodo di profonda crisi e ripensamento generale di stili di vita e priorità.
Sorseggio una delicatissima birra prodotta dal Podere, fermentando gemme di abete bianco e mia figlia si lancia su una birra sempre locale, di castagne.
Una goduria dei sensi, un centuplicarsi di memorie vegetali che raccontano storie al mio DNA forestale, si accendono insieme alle guance: “casa, questa è casa”, sembrano sussurrarmi le papille gustative, mentre un uomo con gentilezza chiama il mio nome per consegnarmi un tagliere di sapori locali, dove la marmellata di fichi vince il primo premio, assieme al pecorino.
Inspiro ed espiro foresta mentre la musica mi invita a sgranchire il corpo intorpidito a volte anche nei pensieri dal lock-down.
Mi unisco a uno sparuto gruppo danzante, c’è anche un cane tra noi e bambini ovunque a celebrare la festa della terra e del sole, del ridere semplice all’ombra dei castagni.
In un baleno è tutto cancellato: i timori, le incertezze del periodo ballerino, le incognite su un futuro che stenta a palesarsi, perché i miei piedi conoscono la risposta.
Tornare ad appartenere, a gioire, a celebrare Madre Terra e i suoi doni, che per me significa approfondire e continuare una strada che nel mio cuore è ormai più che tracciata.
La Terapia Forestale e la continua ricerca che le ruota intorno è la via: i miei sono passi gioiosamente obbligati ormai, nella direzione “ostinata e contraria” che mi appartiene da sempre.